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Medaglia D’onore alla memoria per Sante Amelio Boscolo Chio, internato nei lager
Lunedi 27 gennaio 2020, nella sede della Prefettura a Ca’ Corner, il Prefetto di Venezia, su disposizione del Presidente della Repubblica, consegnerà ai familiari in memoria di Sante Amelio Boscolo Chio “la medaglia d’onore prevista dalla Legge 27 dicembre 2006, art.1, commi 1271-1276, in favore dei cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai familiari dei deceduti”.
LA STORIA
Amelio Boscolo Chio, soldato (caporale) del 72° Reggimento Fanteria, dopo tre anni di guerra presso il regio esercito, in seguito all’armistizio, l’8 settembre 1943 fu catturato dai tedeschi in Albania a Pritzrendi (attuale Kosovo) e internato nei campi di concentramento. Rifiutatosi ripetutamente di collaborare con i nazisti fu sottoposto a due anni di Lavoro Coatto nei lager indicati come Stalag X A – presso Soltau – e Stalag XI A dipendente da Altengrabow – presso Golzau – fino al 13 giugno del 1945, giorno del suo rimpatrio.
Nato in una famiglia di agricoltori ortolani di Sottomarina frequentò il liceo classico e Teologia presso il Seminario Vescovile di Chioggia. Militò nelle file dell’Azione Cattolica, anche in contrapposizione al fascismo.
Richiamato al fronte, affrontò fino in fondo la terribile esperienza di quella che oggi viene chiamata “Resistenza senz’armi”, vivendola con grandissima responsabilità nei confronti dei compagni di battaglione nel ruolo di “fiduciario”. Non raccontò mai della sua prigionia, ma custodì fino alla morte in tre quaderni il suo “Diario della mia prigionia” scritto durante l’internamento in Germania (di prossima pubblicazione).
Tornato in Italia entrò nel Partito della Democrazia Cristiana e come rappresentante divenne Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Sottomarina dal settembre 1945 a luglio 1946. Assunto in qualità di segretario presso la Cooperativa Ortolani della “sua Sottomarina”, dove lavorò per 32 anni, ne assunse subito il ruolo di Direttore divenendo il protagonista del grande sviluppo del settore orticolo. Si sposò ed ebbe tre figli ed otto nipoti. Fedele alla sua classe scelse all’interno del suo partito la corrente della sinistra sociale; fu segretario politico locale. Dal 1951 fu eletto consigliere comunale e provinciale. A Venezia in Provincia, dove, tra gli altri, espletò gli incarichi di Assessore all’Assistenza e Assessore alle Finanze e Bilancio, fu rieletto per 25 anni fino al 1975. In Consiglio Comunale rimase fino al 1978.
Nominato prima Cavaliere della Repubblica, poi Cavaliere ufficiale e quindi Commendatore, ricevette il Premio di Fedeltà al lavoro della Camera di Commercio. Morì nel dicembre 2000, all’età di ottantotto anni.
A SETTEMBRE UNA LAPIDE
Inoltre domenica 27 settembre 2020, in occasione del 77° Anniversario dell’Internamento davanti al Tempio Nazionale dell’Internato Ignoto di Padova e del Museo Nazionale dell’Internamento gestito dalla locale Federazione A.N.E.I. ci sarà la consegna e la benedizione di una piccola lapide che sarà collocata nel pronao del Tempio Nazionale dell’Internato Ignoto in memoria di Amelio Boscolo Chio e di altri 29 internati.