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Forte San Felice, nessuna svendita ai privati: l’87% rimarrà ad uso pubblico
Erminio Boscolo Bibi, del Comitato Forte San Felice ha voluto puntualizzare, attraverso un comunicato stampa, quello che è il destino del Forte. Un articolo apparso in questi giorni sul Gazzettino aveva fatto pensare a molte persone che potesse essere svenduto per usi imprenditoriali privati. La cosa invece riguarda solo piccole porzioni del forte dove è prevista la realizzazione di una struttura ricettiva ed un ristorante.
Scrive Erminio Boscolo Bibi: “Le notizie apparse sul Gazzettino si riferiscono al bando per manifestazione di interesse pubblicato da Difesa Servizi ad inizio agosto 2019, con scadenza 31 ottobre 2019 (ben 5 mesi fa!), finalizzato a verificare se c’erano soggetti interessati ad intervenire sugli edifici che, secondo il Protocollo d’intesa siglato nel gennaio 2018 tra i Ministeri e il Comune, il Ministero aveva riservato per sé per procedere alla loro valorizzazione, a carico di soggetti attuatori. I quattro edifici (tra questi anche l’attuale sede della Reggenza Fari) coprono circa il 13% della superficie dell’intero Forte. Il restante 87% – prosegue il rappresentante del comitato FSF – è stato trasferito al Ministero Infrastrutture (a livello locale ex-Magistrato alle Acque), con destinazione di uso pubblico; ne fanno parte le strutture storiche più significative, il portale monumentale del Tirali del 1704, il castello della Luppa del 1385, la blockhaus austriaca, la polveriera veneziana, i bastioni cinquecenteschi. Per questa parte il Ministero si è impegnato al recupero stanziando 7 milioni di euro dalle misure compensative del MOSE.
Verosimilmente, acquisite queste manifestazioni di interesse, il vero bando per l’assegnazione della parte riservata al Ministero della Difesa sarà pubblicato dopo che si sarà realizzato il restauro della parte destinata ad uso pubblico e che si saranno determinate le modalità della sua gestione: questione che è ancora in discussione tra ministero Difesa e Ministero dei Beni Culturali.
Nel comunicato inviato alla stampa, Erminio Boscolo Bibi spiega come in tutti gli interventi è prevista la partecipazione diretta della Soprintendenza, a garanzia del mantenimento dei valori storici e culturali dell’intero sito.
I lavori all’interno del forte, iniziati nel mese di febbraio, che prevedevano il restauro del portale monumentale e la realizzazione di percorsi di visita tutt’intorno sopra i bastioni (spesa prevista circa 2 milioni), sono stati purtroppo fermati a causa del coronavirus.
Il presidente del comitato FSF scrive ancora: “In fase di definizione è il secondo stralcio del progetto, che riguarda la restante parte del Forte, compreso il Castello della Luppa: il problema è che i rimanenti 5 milioni di euro non sono sufficienti a coprire la spesa e le Amministrazioni stanno tentando di recuperare altri finanziamenti. Anche perché è previsto un terzo stralcio del progetto, che riguarda il recupero di tutta la vasta area verde posta tra Murazzi, spiaggia e diga (circa 13 ettari), ora abbandonata, che deve diventare una pregiata oasi verde protetta, ma aperta al pubblico: essa si configura come una vera compensazione ambientale.
Sempre a causa del coronavirus potrebbero saltare le abituali visite al forte previste con l’arrivo della bella stagione. “Difficile prevedere – scrive Boscolo Bibi – cosa sarà possibile fare. Già sono saltate visite di scuole e associazioni programmate in aprile e inizio maggio.
Il comitato è comunque pronto, nel caso ce ne fosse la possibilità, a riprendere il calendario delle visite guidate.