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Laura Cola è la prima donna, in 14 anni, a completare in moto la Budapest-Bamako
La chioggiotta Laura Cola è la prima donna in moto, in ben 14 edizioni, a completare il rally estremo “Budapest – Bamako”.
“Si tratta di un charity challenge al limite della resistenza fisica e mentale – ci racconta Laura Cola – soprattutto per chi, come me, l’ha affrontato in moto. Tra le peculiarità della Budapest Bamako ci sono infatti il dover essere totalmente autosufficienti e il dormire quasi sempre nei bivacchi previsti dall’organizzazione. Devi continuamente centellinare acqua e benzina, guidare in notturna tra mille pericoli e sudare, o avere freddo come i primi giorni, sotto l’attrezzatura da moto. Il tutto con il peso di bagagli, taniche , tenda e pezzi di ricambio al seguito”.
Laura Cola è la fondatrice di Donneinsella ASD, nota associazione del mondo moto al femminile ed è stata l’unica partecipante italiana alla Budapest – Bamako. Dopo aver corso molte gare amatoriali come le “1000 curve” o la Gibraltar Race, quest’anno si è lanciata in questa difficile ed emozionante esperienza.
Ecco il racconto della sua esperienza: “Una volta iscritto ti viene spiegato più volte che devi essere indipendente e autosufficiente in tutto. Di campo in campo, di bivacco in bivacco. Hai le coordinate quotidiane, un numero di telefono attaccato al collo per le emergenze (e non è detto comunque che possano soccorrerti), ma per il resto fai come credi. All’inizio tutto ciò ti sembra strano, ma poi capisci: decidi tu qual’è il tuo ritmo, cosa vuoi fare, quale aspetto dell’evento vuoi maggiormente esplorare. Sei tu a creare la TUA Budapest -Bamako.
Molti i team a scopo umanitario che hanno rifornito i villaggi di medicine o altri prodotti, svariati anche i team “vacanzieri” pronti semplicemente a godersi il viaggio, i suoi scenari mozzafiato e la vita da bivacco e poi “noi”, i motociclisti, più che altro impegnati ad arrivare tutti interi alla fine della giornata.
Ci sono state tappe più scorrevoli ma lunghissime – prosegue Laura – ed altre più brevi ma davvero impegnative. L’imprevisto era all’ordine del giorno e spesso non avevamo la benché minima idea di cosa ci saremmo dovuti aspettare. A tratti viaggiavamo in carovana ma poi in un attimo cambiavi sentiero e perdevi il gruppo. Seguivi la traccia ma non sapevi se ti saresti trovato su un bel sentiero battuto e scorrevole o a sprofondare nella sabbia. Calcolavi mezz’ora per raggiungere il punto indicato ma magari ci volevano tre ore. A volte non incontravamo nessuno per tutto il giorno e ci trovavamo anche per ore a guidare in notturna in mezzo al nulla. In questi casi il calcolo della benzina e delle riserve d’acqua era fondamentale. E quando non ce la facevi proprio più eccole in lontananza, le lucine del bivacco.
Poteva andare tutto storto, ma è andato tutto bene – prosegue l’ideatrice del progetto “Donne in Sella” – Sono caduta più volte dalla sella del mio CRF 250 Rally Honda, spesso ci siamo trovati davanti camion contromano, animali tranquillamente sdraiati in mezzo alla strada, buche enormi o interruzioni improvvise. Ho pianto per lo sconforto in alcune notti interminabili nere come la pece con i buchi nelle mani per le vesciche, non mi sono lavata per giorni ed ho mangiato più polvere che pane. Ma è andato tutto bene e anche la moto si è comportata benissimo”.
In totale il viaggio è durato 20 giorni, attraversando 5 Stati con una media di 12 ore e 600KM al giorno di guida di cui l’80% in off road.
“Venti giorni immersi in nuove culture – chiude Laura Cola – dalle spettacolari piste Dakariane nel deserto alla Savana Senegalese, passando per le rosse piste della Guinea fino alla verdeggiante Sierra Leone. Un paesaggio in continua mutazione con un’unica costante: l’ondata di schiamazzi di bambini sorridenti pronti a sbucare da ogni lato per salutare e riempirti il cuore di calore.
PAOLO
12 febbraio 2021 at 12:10
Che Donna!
Non serve aggiungere altro.