- Marco Tiozzo, dopo un anno alla Juventus arriva il primo contratto da professionista
- Sottomarina, nel 2025 il restauro di tre storici capitelli votivi
- Arriva a Chioggia Il Piccolo Principe, un burattino per l’inclusione sociale
- Tempo di Open Days, al liceo Veronese si inizia il 23 novembre
- Percorsi in preparazione al matrimonio cristiano, le date per Chioggia e Sottomarina
- “Berlinguer – La Grande Ambizione”: domenica al Don Bosco la proiezione con la presenza del regista Andrea Segre
- Un libro per conoscere i canti popolari chioggiotti
- I Balestrieri di Chioggia, orgoglio della città: un anno di successi in giro per l’Italia
- La comunità ringrazia Assoarma, Avis e Pro Loco: per otto mesi hanno vigilato le aperture di San Domenico
- Agroalimentare ed edilizia in provincia di Venezia, FAI CISL e FILCA CISL lanciano l’allarme: manca manodopera
Mascherine e test sierologici sequestrati dalla Guardia di Finanza
Mascherine e test sierologici irregolari, a scoprirlo è stato il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia durante i controlli svolti nelle ultime settimane.
Gli accertamenti hanno interessato molti esercizi di vendita al dettaglio e all’ingrosso nonché laboratori artigianali a Venezia, Spinea, Chioggia, Martellago e Santa Maria di Sala.
I NUMERI
Sono state circa 300.000 le mascherine sequestrate e 1.500 i test sierologici Covid. I controlli hanno portato a 34 provvedimenti tra sanzioni amministrative e denunce.
Le irregolarità riscontrate hanno riguardato la mancanza delle previste informazioni nelle etichette dei prodotti, l’utilizzo di marchi contraffatti per personalizzare le mascherine, l’assenza della marcatura “CE” o la presentazione di certificati di accompagnamento dei dispositivi rilasciati da enti non abilitati.
I controlli sono stati effettuati in alcuni laboratori ma anche per strada: sulla Statale Romea sono state sequestrate diverse migliaia di dispositivi di protezione individuali importati principalmente dalla Romania, dall’Olanda e dalla Germania, sui quali erano apposte marcature CE con un codice identificativo posizionato in maniera del tutto casuale e non riconducibile ad alcun organismo notificato dell’Unione Europea.
Nella rete dei controlli sono finiti anche 1.500 kit per l’effettuazione di test sierologici “fai da te” accompagnati da un certificato di conformità europea ritenuto non valido dall’Istituto Superiore della Sanità in quanto rilasciato da un ente cinese e non da un apposito organismo notificato europeo.