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Stop allo sci fino al 5 marzo, Zaia chiede ristori immediati
Il ministro della salute Speranza ha firmato lo stop allo sci fino al 5 marzo. Il provvedimento arriva dopo i recenti dati epidemiologici sul covid-19 comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto Superiore di Sanità riguardanti soprattutto la variante inglese.
Le Regioni in zona gialla, tra cui il Veneto, si erano organizzate per attuare un protocollo di sicurezza e ingaggiare personale adeguato, ma con il provvedimento di oggi si blocca tutto.
“Prendiamo atto della ordinanza del ministro Speranza – scrive Zaia in una nota – che fa slittare la chiusura impianti sci fino al 5 marzo. Pur considerando che la salute dei cittadini viene prima di tutto, è innegabile che questo provvedimento in zona Cesarini mette in crisi tutti gli impiantisti”. “In Veneto, in particolare, io avevo firmato un`ordinanza che decretava il via dal 17. Per cui tutti gli operatori avevano già predisposto ogni cosa: erano state preparate le piste, i rifugi erano già pronti ad accogliere. E avevamo previsto di aprire al 30 per cento, rispettosi delle regole di salute pubblica. Certamente il provvedimento mette in difficoltà tutti coloro che si erano adoperati per una stagione che non è mai iniziata e che ora devono addirittura sobbarcarsi i costi di un riavvio che ormai non ci sarà fino al 5 marzo. Il danno è quindi ancora più pesante. Bisogna pertanto provvedere a ristorare ampiamente una economia fondamentale per le nostre zone montane, una economia che è fatta anche di stagionali e di persone che lavorano nel mondo ampio del settore dell`ospitalità. Parliamo di un settore praticamente massacrato: su 65mila posti di lavoro persi, ben 35 mila sono del settore turistico. E il turismo è la prima industria del Veneto con 18 miliardi di fatturato. Prendo dunque atto – conclude il presidente del Veneto – di un provvedimento che arriva molto, troppo tardi, superando ampiamente anche i tempi supplementari, bisogna dunque provvedere immediatamente ai ristori.