- Marco Tiozzo, dopo un anno alla Juventus arriva il primo contratto da professionista
- Sottomarina, nel 2025 il restauro di tre storici capitelli votivi
- Arriva a Chioggia Il Piccolo Principe, un burattino per l’inclusione sociale
- Tempo di Open Days, al liceo Veronese si inizia il 23 novembre
- Percorsi in preparazione al matrimonio cristiano, le date per Chioggia e Sottomarina
- “Berlinguer – La Grande Ambizione”: domenica al Don Bosco la proiezione con la presenza del regista Andrea Segre
- Un libro per conoscere i canti popolari chioggiotti
- I Balestrieri di Chioggia, orgoglio della città: un anno di successi in giro per l’Italia
- La comunità ringrazia Assoarma, Avis e Pro Loco: per otto mesi hanno vigilato le aperture di San Domenico
- Agroalimentare ed edilizia in provincia di Venezia, FAI CISL e FILCA CISL lanciano l’allarme: manca manodopera
Pescatori contro Netflix, lettera aperta del Mercato Ittico di Chioggia
Nel bel mezzo del dibattito sulla riduzione dello sforzo pesca in Europa è uscito anche in Italia su Netflix il documentario ‘Seaspiracy’ già duramente criticato e contestato in America.
Il docufilm vorrebbe focalizzare l’attenzione del pubblico sulla pesca sostenibile, ma, sembra più un attacco a tutto campo nei confronti del settore della pesca.
Emanuele Mazzaro – amministratore unico di S.S.T. spa società servizi territoriali & direttore del Mercato Ittico all’ingrosso di Chioggia ha così deciso di scrivere una severa lettera aperta al gigante americano della Tv in streaming.
“Ho visto Seaspiracy e sono rimasto profondamente deluso: sarebbe tutto condivisibile se ai principi ispiratori sbandierati dai registi (attivisti) non corrispondesse un taglio criminalizzante di un intero settore e di una categoria di lavoratori troppo spesso bistrattata per motivazioni più ‘ideo’ che logiche.
Il problema dell’inquinamento delle acque e del globo non può essere di certo scaricato con tanta facilità ed immediatezza su persone che fanno un mestiere durissimo, usurante e in certe situazioni addirittura pericoloso (si pensi al sequestro dei pescatori di Mazara del Vallo in Libia).”.
E precisa: “I pescatori – nella stragrande maggioranza dei casi – sono invece dei veri e propri guardiani dei mari e hanno tutto l’interesse alla salvaguardia del loro luogo di lavoro e di vita. In giro per il mondo ci possono essere delle sacche di illegalità ma la realtà generale non è di certo quella apparsa e trasmessa nelle immagini e nelle parole del docufilm. Ci sono stati dei pescatori che hanno lamentato addirittura un certo imbarazzo quando i figli reduci dalla visione del film gli hanno esortati a cambiare lavoro…”.
Continua Mazzaro: “Il mondo della pesca è fatto di tanta intraprendenza, passione e amore incondizionato verso il mare: noi abbiamo lanciato il Progetto Custodi dell’Adriatico che serve a trasmettere questo genere di sensibilità. Stiamo lavorando per la sostituzione delle cassette di polistirolo con materiali compostabili e meno impattanti, stiamo partecipando a sperimentazione per sviluppare combustibili a partire dai rifiuti marini, siamo impegnati su tutti i fronti per far capire al grande pubblico che la sostenibilità non può prescindere dall’economia nel suo insieme.”
Da Chioggia il malumore nei confronti di questo modo di fare informazione/cinema è palpabile e si chiede a Netflix Italia di riparare efficacemente offrendo una finestra informativa all’altro lato della pesca, quella buona che il Mercato vuole tutelare. La lettera aperta è stata indirizzata a Paolo Lorenzoni Direttore Marketing del colosso statunitense per Italia e Grecia.