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Ulss 3 la ricerca: “Giocatori d’azzardo azzerati durante il lockdown”

Ogni 100 giocatori d’azzardo, 97 hanno smesso di scommettere durante il primo lockdown dello scorso anno. Solo 3 dei 100 si sono riversati nelle scommesse online e nei gratta e vinci delle tabaccherie. E dei 97 che si sono astenuti dal gioco, solo 20 sono ricaduti nella rete dell’azzardo nel maggio scorso, allo scadere delle restrizioni. Gli altri 77, nonostante siano tutti entrati comunque nella fase critica del “craving” (il desiderio irrefrenabile di tornare a scommettere), non hanno ceduto alla tentazione.
La ricerca
La fotografia dell’Ulss 3 è stata scattata sui 230 malati di gioco in carico al Dipartimento dipendenze dell’Ulss 3 Serenissima, dati che hanno poi dato vita a una ricerca. Nel 2019 gli affetti da questa patologia in carico all’Ulss erano 265 e, di questi, i nuovi ingressi erano stati 94. Dei 230 in cura dal 2020 i nuovi ingressi sono invece 33.
I motivi dell’abbandono del gioco
“Merito della dedizione costante dei nostri specialisti, che ha portato molti di questi pazienti a sedare, controllare e anche sconfiggere questa dipendenza – dice il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato -. Ma è sicuramente merito anche della vicinanza costretta e salutare delle delle famiglie durante i periodi di restrizione e clausura forzata imposte dall’emergenza pandemica. I familiari dei giocatori d’azzardo, con la loro vicinanza hanno contenuto lo stimolo a scommettere. E questi numeri ci dicono anche che con la diminuzione dell’offerta del gioco diminuiscono anche le dipendenze”.
Altro fattore rilevato dalla ricerca del Dipartimento dipendenze, condotta dal referente scientifico del Piano aziendale di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, Ermanno Margutti, è che la chiusura di casinò e di slot e macchinette nei bar e nelle tabaccherie, non ha comportato un migrare della dipendenza verso i gratta e vinci e il gioco online. “In questo tipo di dipendenza c’è molta fidelizzazione verso il gioco che si predilige – spiega il fenomeno Margutti -, quindi non è detto che il giocatore, tolto lo stimolo, decida di cambiare gioco. Anche in chi giocava prima online, in ogni caso, si è riscontrato una diminuzione drastica della dipendenza durante i lockdown”.
Chi è ancora dipendente
Per contro, i pazienti rimasti in carico in questo momento hanno bisogno di un supporto e un sostegno maggiore rispetto all’era pre Covid: “In questi casi è la solitudine a pesare sulla dipendenza – continua Margutti -. Il single in questi momenti è più vulnerabile alla patologia rispetto a chi non rimane solo a casa”.
L’applicazione
Soprattutto per loro è nata l’applicazione del’Ulss 3 Serenissima “Chiama e vinci”, già disponibile negli store. Si tratta di uno strumento comunitario di salute che racchiude nello smartphone tutti gli interventi di prevenzione al gioco d’azzardo. All’altro capo del telefono c’è tutta l’équipe di curanti del Dipartimento dipendenze. È la prima app sul gioco d’azzardo che interagisce direttamente con i giocatori attraverso videochiamate via Skype, chat ed eventi online. L’applicazione è quindi gestita da tutti i referenti dei vari serd presenti nel distretto e da un gruppo di professionisti scelti ad hoc per questo disturbo.
Alla sezione “Vuoi parlarne?” dalle ore 8 alle ore 20 sono disponibili quindi psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali ed educatori del team dipendenze. Sono contattabili via Skype o in chat anonima, oppure via Whatsapp o al numero verde dedicato.
Con il pulsante “Fai da te”, il giocatore può verificare autonomamente il suo livello di coinvolgimento con il gioco d’azzardo facendo il test “Canadian problem gambling index”, un questionario autosomministrabile della durata di pochi minuti. Nella stessa sezione sono presenti esercizi pratici per il contenimento della propria dipendenza.