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Diminuzione dello sforzo di pesca, a rischio in Veneto il lavoro di 2000 aziende
La situazione della Pesca in Europa ed in Adriatico diventa ogni giorno più scottante: in Veneto ed in particolar modo a Chioggia – capitale adriatica del settore ittico -sta crescendo il disagio rispetto alle prospettive ventilate di riduzione dello sforzo pesca. Le ipotesi di riduzione delle giornate di pesca ventilate dall’UE per il 2022, emerse al tavolo di consultazione della pesca e dell’acquacoltura del Mipaaf, con la proposta di attribuzione di un plafond massimo di lavoro all’anno per ogni peschereccio, non soddisfa le esigenze dei pescatori, e delle principali sigle delle categorie economiche e sociali coinvolte.
Le sirene dei pescherecci di tutta Italia e della marineria clodiense sono – infatti – pronte a squillare contro questo scenario che potrebbe portare con sé effetti devastanti per l’economia del territorio.
Emanuele Mazzaro – amministratore unico di S.S.T. spa società servizi territoriali & direttore del Mercato Ittico all’ingrosso di Chioggia interviene con decisione in merito: “La situazione è allarmante e critica: da una parte c’è un’importante fetta dell’economia delle comunità costiere già in sofferenza per due anni di pandemia, dall’altra un muro di gomma fatto di burocrazie che non comprendono le dinamiche socioeconomiche legate a decisioni radicali di questo genere. E chi paga non è solo il pescatore, ma sarà soprattutto il consumatore e il Pil dello Stato. Le istanze a sostegno del mare e dell’ecosistema sono fondate e rispettabili, – ma non bisogna assumere posizioni ideologiche in merito.”
E continua: “E’ fondamentale soppesare entrambi i piatti della bilancia, perché se si parla di sostenibilità della pesca e di blue economy è necessario allo stesso modo tenere in considerazione la ricaduta in termini socio-economici di un ridimensionamento così accentuato dell’attività di pesca in Italia.”
Conclude Mazzaro: “Si rischia di dare un colpo letale a tutte le imprese della filiera ittica che generano quotidianamente ricchezza e sviluppo. Solo in Veneto nel distretto di Rovigo e Chioggia sono oltre duemila le aziende con quasi un miliardo di fatturato. Una riconversione in tempi ristretti è pura utopia e la politica deve fare quadrato per salvare il futuro di migliaia di operatori e famiglie. Mi associo insieme ai principali players del settore agli sforzi che in questi giorni stanno facendo l’On. Lorenzo Viviani e l’On. Rosanna Conte della Commissione Pesca Pech: per vincere questa partita c’è bisogno di unità e compattezza.”