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Bac Art Studio arriva a Chioggia. Palazzo Goldoni sarà la nuova “casa” di Paolo Baruffaldi
A “Palazzo Carlo Goldoni” (Chioggia, Corso del Popolo) la nuova seconda sede della Galleria d’Arte Veneziana BAC ART STUDIO, fondata a Venezia nel 1985 dal chioggiotto Paolo Baruffaldi con Claudio Bazzichetto.
Dopo ben 37 anni, Baruffaldi, classe 1948, incisore, gallerista e collezionista, pittore digitale, torna nella città in cui è nato.
«Già dal 2016 avevo trasferito il laboratorio di incisione a Valli, nell’entroterra della città- dichiara Baruffaldi. Ma ora c’è un elemento di novità. Chioggia vive una fase di rinascita, credo dovuta principalmente alla candidatura a capitale della cultura italiana 2024, sebbene poi sfumata. Uno sforzo collettivo che mi auguro dia frutti tanto al turismo quanto alla cultura. Chioggia vanta una lunga tradizione di vedutisti e altrettanti ne ha ispirati quando hanno visitato la città. Quel che spero di poter fare, con questa piccola operazione, è portare un elemento di maggiore contemporaneità che forse negli anni è mancato».
Negli spazi al pianterreno di Palazzo Goldoni, con affaccio e ingresso al 931 di Corso del Popolo (zona Duomo), è allestita la retrospettiva «RGB», con opere e riedizioni digitali che coprono una parte della sua produzione dal 1983 a oggi. Mentre uno sguardo d’insieme sui primi quarant’anni della sua produzione artistica lo si trova nel volume “Il colore inciso” che Marsilio ha dato alle stampe nel 2018. Completa l’offerta della galleria Bac Art Studio a Chioggia, il portfolio delle artiste e degli artisti le cui opere in questi anni hanno popolato la galleria veneziana: da Ferruccio Bortoluzzi a David Dalla Venezia, da Anna Moro Lin a Ettore Greco, tra gli altri.
Giovedì 7 luglio la vernice. Da venerdì 8 l’apertura al pubblico.
«RGB», IL COLORE STESO CON I PENNELLI DIGITALI
Chi è l’enigmatica Dora? A chi urla Fabio Capello da bordo campo? Dove guardano gli “Amanti”? Greta Garbo e “Paola di Parigi” assieme a un pensoso Bill Clinton e il duca di Montefeltro, sono alcuni dei volti, iconici o sconosciuti ai più ma quotidiani per Baruffaldi, che compongono «Paintbrush», la prima delle quattro sezioni in cui si articola «RGB». La retrospettiva che omaggia nel nome i canali cromatici dei file digitali occuperà uno dei locali della sede a Chioggia di Bar Art Studio al pianterreno di Palazzo Goldoni. Nel 1992 nei pc girava il programma di grafica Paintbrush e Paolo Baruffaldi usa questo strumento con la stessa attitudine con cui l’incisore prepara il bozzetto per creare una serie di ritratti pop esposti, allora, nella vetrina del negozio “Olivetti” di Piazza San Marco. Completano «RGB» le sezioni «Venezia today» che digitalizza le incisioni della serie del 1983 “La mala pianta”, «Nature plastiche», «Via Crucis 2022» ispirata a quella del Tiepolo nella Chiesa di San Polo a Venezia, cui sono state inserite due varianti in omaggio a Tintoretto e Caravaggio, «Angeli ribelli e qualche santo», «Totem e Dei 2022» e infine «Future Venice». “Il mio digital painting parte sempre e comunque da un progetto originale. Che sia un disegno, un’incisione, un dipinto poco importa. L’importante è che l’intervento digitale parta da quest’opera, che coincide con il bozzetto preparatorio di una volta, e la completi o la elabori per portare ad un risultato finale che sia di nuovo originale”, riassume Paolo Baruffaldi. Giovedì 7, alla vernice, verrà presentato l’ultimo numero dei Quaderni BAC, dedicato al catalogo della mostra «RGB».
BAC ART STUDIO, UN TOCCO CONTEMPORANEO
Paolo Baruffaldi e Claudio Bazzichetto, collezionisti prima ancora che galleristi, negli anni hanno popolato Bac Art Studio con le opere, tra gli altri, di Paolo Baretta, Mauro Bordin, Ferruccio Bortoluzzi, David Dalla Venezia, Gian Campi, Antonio Giancaterino, Ettore Greco, Anna Moro Lin, Iva Recchia, Gianni Sabbioni, Giancarlo Franco Tramontin, che saranno esposte anche a Chioggia, tra ricercati pezzi delle fornaci muranesi Venini, Seguso, Cenedese e Salviati.
PAOLO BARUFFALDI, BIOGRAFIA E TECNICHE
Nato a Chioggia nel 1948, nel 1975 si laurea in Filosofia all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 1976 inizia le prime sperimentazioni grafiche come incisore al Centro Internazionale della Grafica di Venezia. Dai primi anni Ottanta ha esposto in collettive, saloni e fiere d’arte a Parigi, Arles, Grenoble, Nizza, Bordeaux, Bruxelles ed è invitato agli incontri d’arte contemporanea ad Anacapri coordinati da Gillo Dorfles. Sue opere sono state esposte ad Arte Fiera di Bologna, Art Grafic di Barcellona, a Fiest e Saga di Parigi, a Ginevra, Torino, Firenze e Melbourne. Tra i suoi maestri: Pietro Sanchini per la xilografia, Riccardo Licata a Venezia e Henri Goetz a Parigi per le tecniche su plexiglass e con il carborundum, Paolo Boni che ha segnato un passo in avanti per gli effetti tridimensionali nella grafica.
Le incisioni di Baruffaldi spaziano dalla classica punta secca, all’acquaforte e all’acquatinta, con la sperimentazione delle numerose varianti, quali la cera molle, la maniera a zucchero e al sale. Le matrici utilizzate vanno dal rame allo zinco, con la preferenza accordata in seguito all’ottone, che unisce quasi tutte le caratteristiche del più prezioso rame, all’economicità dello zinco. Con le serie “In illo tempore”, “Hans” e “Terrae”, nel 2003, Baruffaldi lavora con file digitali da trasferire su tela. Nel 2015 lavora a una via Crucis laica che intitola “S.S. 309, Romea”, riflessione sulle croci che punteggiano, come un lungo calvario, la strada tra Ravenna e Venezia. Le 14 stazioni sono state esposte nel chiostro della Chiesa dei Frari a Venezia.
Nel 2021, dopo la parentesi pandemica, la ripresa dell’attività avviene con questa mostra “Visi d’arte” che riporta l’artista all’acquerello e alla tempera, per dare colore ai soggetti scelti nel “Libro delle Facce 2021”, sorta di controcanto pittorico al più frequentato social network.
Francesco bellini
7 luglio 2022 at 12:54
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