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Questa mattina la commemorazione dei partigiani uccisi nel 1944 in località Zennare

Si è tenuta questa mattina -domenica 16 ottobre- la commemorazione del 78° anniversario dall’omicidio, per mano fascista, dei partigiani Vittorino Boscolo Fiore, Vittorio Chiozzotto e Giuseppe Campaner, avvenuta in località Zennare (tra Ca’ Bianca e Civè) nei mesi di settembre e ottobre 1944.
Il presidente dell’ANPI Chioggia Enrico Veronese ha curato un’orazione civile che mette in relazione i fatti di allora e l’attuale situazione politica italiana ed internazionale.
IL TESTO COMPLETO
“Non sfugge che quella di quest’anno, per molti motivi, non sia una celebrazione come tutte le altre. E che esserci stamattina è già un atto di resistenza. In queste ore si sta compiendo, senza giri di parole, uno sfregio alla memoria di Vittorino Boscolo Fiore, di Vittorio Chiozzotto e di Giuseppe Campaner: ma prima ancora che nella politica, questo sfregio è nella società, che si è resa immemore, impunita, ignorante e relativista. Chi per mesi ha parlato di “dittatura sanitaria” di fronte a coloro che volevano evitare i peggiori effetti del virus poi ha promosso e auspicato, a Chioggia come in Italia, l’avvento di una destra che non ha la minima remora nel mostrare i suoi volti peggiori, le sue abitudini più trite, il livore ideologico di cui è impastata. Che siano le modalità di designazione dei presidenti delle Camere, scegliendoli tra i due maschi più estremi, o il farsi fotografare a bordo di una ruspa in una città militarizzata, fa parte dello stesso sfogo di bassi istinti, della medesima logica di potere e di prepotenza. Non è questa l’Italia per la quale sono morti Vittorino, Vittorio e Giuseppe, e sappiamo che chi oggi prende le decisioni non sarebbe certo stato dalla loro parte durante l’autunno 1944.
C’è un altro motivo per cui tale ricorrenza, nel 2022, assume un valore ulteriore. Le circostanze in cui questi partigiani persero la vita mai come ora non possono essere indifferenti: tutti e tre si trovavano qui per recuperare le armi lanciate in volo dall’aviazione inglese, per difendersi dall’invasione del proprio Paese da una potenza ostile e imperialista. Ogni riferimento a quanto sta accadendo da ormai otto mesi in Ucraina è tanto scontato quanto doloroso: i princìpi a noi cari della Resistenza impongono di non essere equidistanti tra chi le bombe le getta e chi le subisce, tra chi si fa beffe del diritto internazionale e chi lo invoca. La Liberazione dell’Italia allora fu possibile attraverso la duplice azione degli insorti nelle brigate partigiane e nel CLN (socialisti, comunisti, cattolici, laici) e del sostegno militare degli eserciti alleati, che hanno segnato la fine del fascismo e del nazismo, sopra le quali è stata fondata la Costituzione repubblicana. Dev’essere chiaro anche a quegli amici di Putin, che facendo sfoggio del tricolore vogliono comprimere il 25 Aprile e negarne i caratteri distintivi.
Ma questi princìpi, un tempo patrimonio comune, paiono non essere più universali: anzi, abbondantemente minoritari dopo gli attacchi massicci che negli ultimi trent’anni hanno subìto da certi incantatori di serpenti. I prossimi saranno anni difficili, per non dire durissimi, dal punto di vista delle conquiste civili, femministe, di progresso che la seconda parte del Novecento ha recato con sé: il comitato ANPI di Chioggia chiama a raccolta tutte le opposizioni e tutti coloro che non si riconoscono nello status quo, e che provano a immaginare una città e un Paese differente. Con la consapevolezza di essere dalla parte giusta della storia e l’esempio di Vittorino Fiore, di Vittorio Chiozzotto e di Giuseppe Campaner ad accompagnare ciascuna e ciascuno di noi antifascisti nella propria personale resistenza quotidiana.