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Restaurato il rivestimento ligneo di Palazzo Granaio. Verrà riposizionato la prossima settimana
Le tavolette lignee della facciata di Palazzo Granaio tornano nella loro posizione originaria, ad arricchire una delle strutture storiche più care a Chioggia.
A partire dalla settimana prossima gli intarsi lignei verranno riposizionati nella loro collocazione originaria, e cioè lungo la facciata esterna del Palazzo, al di sopra delle vetrine dei negozi, prezioso elemento ornamentale.
“È un intervento al quale l’Amministrazione tiene molto”, ha detto Elisabetta Griso, assessore ai Lavori Pubblici del comune di Chioggia.
Dopo un lavoro che si è protratto per buona parte del 2022 la ditta Sinopis Restauri s.r.l., curatrice del recupero, ha provveduto a riposizionare le tavolette.
Un intervento laborioso quello attuato dagli esperti a causa dello stato di degrado in cui si trovavano gli intarsi, esposti da quasi 200 anni agli agenti atmosferici. Le tavolette erano state rimosse dalla loro sede originaria e catalogate nel 2019 nel corso di un precedente intervento. Quest’anno poi si è proceduto al restauro vero e proprio del rivestimento ligneo in tavole di larice posto a copertura delle mensole e delle travature lignee su cui poggia la muratura perimetrale di Palazzo Granaio.
Gli elementi lignei risultavano in avanzato stato di degrado a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici e delle manomissioni susseguitesi nel tempo. “Abbiamo rilevato – ha sottolineato l’architetto Alberta Baldin, direttore dei lavori – numerosi fori, lacune e fenditure che unitamente alla disgregazione materica del supporto ligneo rendevano i pannelli piuttosto fragili”.
“L’intervento – ha detto Paola Naccari, direttore operativo – è consistito nel restauro conservativo degli elementi lignei per preservare le peculiarità delle tavolette”.
Visto l’importante stato di degrado è stato necessario sostituire le parti maggiormente rovinate utilizzando porzioni di legno della stessa essenza e tipologia recuperate dalle vecchie tavolette lato pescheria. Nei primi anni 2000, infatti, a seguito di un intervento di consolidamento del solaio di Palazzo Granaio, erano state rimosse alcune tavolette sul fronte Est e successivamente conservate insieme agli arredi lignei della chiesetta, oggetto di un prossimo restauro. Grazie al riutilizzo di porzioni lignee originali è stato assicurato un intervento coerente al periodo storico delle tavolette stesse. Inoltre per facilitare le successive opere di manutenzione, si è provveduto ad applicare gli elementi decorativi recuperati su un supporto anch’esso ligneo per consentire l’eventuale futuro smontaggio senza provocare danni alle finiture stesse.
Le fasi di restauro, tutte condivise e concertate con i referenti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Venezia e Laguna, sono così riassunte:
– Rimozione dei depositi superficiali incoerenti con l’impiego di pennelli morbidi e aspiratori.
– Rimozione di tutti gli elementi metallici incongrui;
– Trattamento degli elementi metallici originali da mantenere mediante rimozione dei depositi di
ossidazione e trattamento passivante con soluzioni a base di acido tannico.
– Pulitura delle superfici con idonee miste di solventi da individuare in seguito a campionature.
– Applicazione di trattamento antitarlo.
– Reintegro delle fenditure e piccole lacune con inserti lignei di analoga essenza.
– Applicazione di trattamento consolidante a base di resina acrilica in soluzione con rimozione
degli eventuali eccessi di prodotto con idonei solventi.
– Applicazione di trattamento protettivo finale tramite applicazione di olio di lino cotto.
“Tra i decori delle tavole campeggia la pigna – ha sottolineato l’assessore Griso – che mi ha riportato alla memoria delle reminiscenze dei miei studi al Liceo. La pigna è un simbolo antico, di valenza assolutamente positiva fin dal tempo dei babilonesi, poi delle civiltà mediterranee, infine assunto dal Cristianesimo.
L’archetipo è il pignone: la scultura bronzea antica, alta quasi quattro metri e collocata nel cortile appunto della pigna, nel complesso dei musei vaticani, in cima ad una scalinata progettata da Michelangelo. Alla base stanno i due pavoni, simbolo di immortalità della carne. In sintesi: un simbolo perfetto – la pigna – per corredare il nostro Palazzo Granaio, il magazzino che ha assicurato al popolo la custodita abbondanza del seme per eccellenza – il grano – con cui assicurarsi il pane quotidiano. e ora si appresta a diventare un luogo dove rendere presente e alimentare la cultura della nostra città. Ringrazio il mio professore dell’epoca che mi ha fatto amare la storia dell’arte, un bagaglio importante che mi torna utile in questa mia esperienza di amministratore pubblico”.