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Il prof. Gianni Penzo Doria ha presentato a Chioggia la storia dell’inno nazionale

Il Prof. Gianni Penzo Doria è stato relatore a Chioggia della tormentata storia dell’INNO NAZIONALE, in una conviviale del Rotary Club che lo aveva invitato attraverso il Presidente dott. Paolo Venerucci.
LA STORIA DELL’INNO NAZIONALE
Preliminarmente, è stato ricordato, dal Prof. Penzo Doria, che “Il Canto degli Italiani”, vero nome dell’Inno di Mameli, è stato scritto nel 1847 dal giovane Goffredo Mameli – ispiratosi all’inno francese “La Marsigliese” e musicato dal compositore genovese Michele Novaro.
Mameli, anch’egli giovane patriota genovese, muore a soli 21 anni combattendo in difesa della Repubblica Romana, sorta successivamente i moti rivoluzionari del 1848.
Il debutto dell’Inno avviene il 10 dicembre 1847 a Genova, sul Piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto, in occasione di una commemorazione della rivolta del quartiere genovese di Portoria contro gli occupanti asburgici durante la guerra di successione austriaca.
L’Inno raggiunge una grande popolarità nel Risorgimento: è infatti cantato in occasione delle Cinque giornate di Milano, per la promulgazione dello Statuto Albertino e per celebrare la nascita della Repubblica Romana di Giuseppe Mazzini.
Con l’Unità d’Italia la “Marcia Reale” di Casa Savoia diventa Inno Ufficiale e lo resterà sino alla nascita della Repubblica, il 02 giugno 1946.
Si aspetterà, quindi, la data del 12 ottobre 1946, in piena Costituente, affinché l’Italia adotti provvisoriamente l’INNO di MAMELI: su iniziativa del Ministro della Guerra Cipriano Facchinetti, che propone – ma senza successo, per divergenze dei vari partiti politici – di inserirlo in Costituzione – tenuto conto, tra l’altro, che l’approvazione stessa della Costituzione (22 dicembre 1947) è stata onorata dal pubblico delle tribune dell’Aula con una spontanea esecuzione del brano. L’ufficializzazione del Canto degli Italiani arriverà, conseguentemente, dopo molti anni anni e dopo vari tentativi da parte delle diverse legislature.
Un primo disegno di legge costituzionale del dopoguerra non avrà alcun seguito; seguiranno, poi, nella legislatura 2001 – 2005 due proposte di legge (una ordinaria e una costituzionale) che, però, non verranno approvate e lo stesso accadrà nelle due successive legislature (2006 – 2008 e 2008 – 2013). Sembrerà strano, ma bisognerà attendere oltre 70 anni di provvisorietà affinché la Repubblica riconosca, con la legge 04 dicembre 2017 n. 181, definitivamente il testo del “Canto degli Italiani” di Goffredo Mameli e lo spartito musicale originale di Michele Novaro quale proprio INNO NAZIONALE: del resto nel nostro amato Paese, spesso, “nulla è più definitivo del provvisorio”!
La conviviale si è conclusa con il tradizionale tocco della campana e con il monito del Presidente che “Il Canto degli Italiani, il Tricolore e il Presidente della Repubblica, rappresentano i tre simboli dell’Unità Nazionale e devono essere sempre rispettati”.