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Intelligenza Artificiale, Don Alberto Carrara ne ha parlato in un incontro del Rotary
È certamente vero che la nostra generazione sta vivendo una svolta epocale, uno di quei cambiamenti destinati a rimodulare ogni aspetto della nostra vita: rivelando nuove grandi prospettive ma anche ponendo qualche inquietante interrogativo.
È anche vero che la tecnologia si è sempre posta, nei riguardi dell’umanità, come un Giano bifronte, creativa e distruttiva: tant’è che è stata, per un verso, un acceleratore della crescita ma per altro verso ha spesso lasciato dietro di sé perdite e disadattamenti.
L’intuizione del ROTARY, però, anche in questa occasione ha dimostrato di essere fervida e capace di adeguarsi ai tempi che, sempre più velocemente, ci proiettano davanti nuove sfide e nuove tecnologie con le quali dobbiamo convivere: sfide e tecnologie che il ROTARY CLUB di Chioggia ha sempre cercato di cogliere e raccogliere senza alcun timore.
LA RELAZIONE DELLA SERATA
Forse non tutte le sfide e tecnologie possono coincidere con lo spirito rotariano che si rifà al famoso motto “servire al di sopra di ogni interesse personale”: ma in questo caso c’è una perfetta sintonia tra l’applicazione di questa nuova tecnologia in diversi settori e lo spirito di servizio rotariano.
Una “lectio magistralis” quella tenuta da Don Alberto Carrara, Prof. di Antropologia Filosofica e Neuroetica presso la Facoltà di Filosofia e Teologia dell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” in Roma, docente chiarissimo e con un curriculum professionale di altissimo profilo: insomma un’eccellenza del nostro territorio (essendo di origine veneto), un’intelligenza naturale accompagnata da grande cultura che ci invidiano in tutto il mondo.
Il Prof. Don Alberto Carrara, con la Sua relazione, ha tenuto per più di un’ora tutti stupiti e incollati alle sedie, spiegando concetti difficili con un linguaggio comprensibilissimo, dimostrando la vera intelligenza dell’oratore che è quella di farsi capire.
In breve, tematiche difficili trattate in modo semplice e soprattutto mettendo al centro di ogni studio e argomento l’Uomo, tant’è, per come meglio relazionato, che la stessa intelligenza artificiale (così impropriamente definita) è pur sempre un artefatto tecnologico – seppur sofisticatissimo – che può anche autoapprendere, memorizzare ed elaborare dati, ma non ha e non potrà, allo stato, avere la coscienza, l’empatia e la sensibilità umana e, quindi, non sarà mai da considerarsi un “umano”: anzi da questi dovrà essere gestito e/o governato.
Tante le domande da parte dei presenti, generate certamente dall’interesse suscitato dal relatore, ma la vera domanda di fondo – di natura prevalentemente etica – in buona sostanza è stata: se il mondo verso cui le società umane, nel loro insieme, si stanno avviando è davvero fatto di educazione diffusa, di capacità di controllo e di gestione, di <<anticorpi>> etici, comportamentali, giuridici, di <<centri di eccellenza>>, di capacità continua di autocorrezione, di rapidità nel riequilibrare le distorsioni….?
Domanda alla quale non può essere data una risposta perfetta, in quanto non è possibile fermare lo sviluppo tecnologico nonché la sua diffusione: ma, ciò nonostante, forse, la strada migliore da perseguire è quella di realizzare forti <<iniezioni>> di educazione nei sistemi umani, utilizzando, conseguentemente, nel modo più creativo e favore dell’intera umanità tutti gli artefatti tecnologici disponibili.
Con il rituale tocco della campana, da parte del Presidente dott. Paolo Venerucci, la serata si è conclusa lasciando nella coscienza di ognuno dei partecipanti un pensiero da portare a casa per un’ulteriore riflessione.