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Sottomarina, nel 2025 il restauro di tre storici capitelli votivi
Al via, a partire all’incirca dalla metà del 2025, il restauro conservativo dei tre storici capitelli votivi a Sottomarina.
Il Ministero dei Lavori Pubblici, riconoscendo il valore delle opere, ha stanziato un finanziamento di 96.000 euro dedicato proprio al ripristino dei tre monumenti.
Angelo Mancin, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Chioggia: “Ci sono voluti 11 mesi per portare a Chioggia un finanziamento di quasi 100.000 €, che consentirà di ristrutturare i capitelli del centro storico di Sottomarina. Un traguardo importante che ci permetterà di riportare all’antico splendore tre opere-testimonianza delle nostre tradizioni, lasciate per anni all’incuria. Sottolineo l’importante lavoro di squadra all’interno della filiera politica che ha dato i suoi frutti. Grazie alla collaborazione a livello ministeriale abbiamo seguito passo passo la nostra richiesta inoltrata a dicembre 2023 fino alla sua approvazione comunicata nei giorni scorsi.
Il prossimo passo, appena arriverà il nullaosta dal Provveditorato e dalla Soprintendenza, sarà di affidare i lavori alla ditta esecutrice intorno alla prima metà del 2025”.
I capitelli sono: Berti, Riva Sud Lusenzo, Corte Granda nel vecchio centro storico di Sottomarina, Netti, Zona Nord di Sottomarina.
Per tutti e tre i lavori riguarderanno, tra le altre cose, un restauro generale conservativo, rinforzo delle murature, sistemazione degli interni.
Il valore storico delle opere
Sottomarina denominata anche Clodia minor alla fine del VII secolo, si presentava come una sottile striscia di terra ad est di Chioggia (chiamata Clodia Maior). Il borgo era compreso tra l’ingresso del porto a nord e l’attuale mercato vecchio a sud (Campo Cannoni). Completamente distrutta nel 1379 durante la guerra tra genovesi e veneziani, Sottomarina rimase disabitata e soggetta a continue inondazioni a causa del divieto di riedificazione imposto dal Senato Veneziano, fino alla seconda metà del XV secolo, ma la ricostruzione dell’abitato avvenne solo nella seconda metà del XVII secolo.
Alla fine del XIX il Brenta-Bacchiglione venne deviato dalla laguna per evitare il completo interramento e durante gli anni trenta fu costruita la diga sud del porto di Chioggia (S. Felice), per la salvaguardia del territorio e la sicurezza delle imbarcazioni. Da allora gli apporti detritici del fiume allargarono in forma consistente il litorale, trasformando il territorio.
Sottomarina oggi si divide, tradizionalmente, nella parte “vecchia” e in quella “nuova” situate la prima tra la laguna est del Lusenzo e i resti degli antichi murazzi e l’altra ad est verso il mare con costruzioni più recenti. La parte “vecchia” è formata da vie strette e irregolari, disegnate dalle proprietà private e sono testimonianza di un antico insediamento di carattere rurale, in cui accanto alla casa ‘era l’orto, e portano il nome dei “detti” una sorta di doppio cognome che serve a distinguere i diversi ceppi familiari.
Passeggiando tra le calle di Sottomarina è possibile imbattersi in piccoli e suggestivi capitelli votivi chiamati in linguaggio più tecnico edicole votive, sono piccole strutture architettoniche di carattere religioso, spesso simbolo di aggregazione della comunità cristiana in omaggio alla Vergine Maria. Tre sono le edicole che si possono incontrare oggi passeggiando per il contro storico di Sottomarina e si trovano rispettivamente nella zona Netti, nella zona Berti e nella zona Corte Granda e prendono il nome dalla zona in cui sono stati edificati. Le tre piccole strutture sono tutte rivolte ad ovest e al loro interno presentano dipinti ed ex voto.
Tutte le strutture architettoniche risalgono al 192, quando, in occasione del giubileo, gli abitanti decisero di omaggiare la Madonna, costruendo a proprie spese, dei capitelli nei tre maggiori campielli di Sottomarina Vecchia.
Oggi, dopo anni di incuria e di mancata manutenzione i tre sacelli si trovano in forte degrado.
Il capitello che versa in uno stato peggiore è quello dei Berti, ormai visibilmente pericolante, con notevoli crepe, sul soffitto non c’è più intonaco e alcune infiltrazioni l’hanno riempito di muffa.
Quello della Corte Granda, ha delle profonde crepe nella struttura esterna e segni di profondo degrado diffuso all’interno.
Quello dei Netti, presenta notevoli infiltrazioni dal tetto, le pareti mostrano segni di cedimento e i marmi delle finestre sono quasi tutti dissestati o rotti.